Titolo: Aurora rising – Aurora Cycle Vol. 1
Autore: J. Kristoff & A. Kaufman
Genere: Sci-Fi – Fantasy
Casa editrice: Mondadori
Data di pubblicazione: 10/03/2020
Formato: Cartaceo/E-book
Pagine: 442
Sinossi:
Anno 2380: ai cadetti dell’ultimo anno dell’Accademia Aurora sta per essere affidata la prima vera missione. Tyler Jones sa che, proprio perché è il migliore del suo anno, potrà reclutare la squadra dei suoi sogni. Peccato che, a causa del suo comportamento sconsiderato, come punizione gli vengano assegnati d’ufficio i cadetti scartati da tutti gli altri capisquadra, quelli con cui nessuno vorrebbe mai lavorare. Proprio lui, l’allievo più talentuoso dell’Accademia sarà al comando di una vera e propria banda di disperati: • una diplomatica, cintura nera di sarcasmo • una scienziata sociopatica con la tendenza a sparare ai suoi compagni • uno smanettone geniale e dall’ironia pungente • un guerriero alieno con seri problemi di gestione della rabbia • una pilota abilissima con un leggerissimo debole per Tyler.
Ma non è nemmeno questo il suo problema principale. Infatti, solo dopo aver risvegliato da un sonno lungo duecento anni la misteriosa Aurora Jie-Lin O’Malley, Ty scopre che proprio lei potrebbe innescare una guerra rimasta a lungo sopita e che, ironicamente, proprio la sua squadra di disperati potrebbe essere l’ultima speranza di salvezza per l’intera galassia.
Comunque: NIENTE PANICO!
Quando le premesse brillano più del viaggio
C’era una volta un libro YA sci-fi con una copertina accattivante, un inizio scoppiettante e un titolo che sembrava promettere meraviglie: Aurora Rising, primo volume della saga di Amie Kaufman e Jay Kristoff. La sottoscritta si è avventurata fra le sue pagine con aspettative ragionevoli: cercavo intrattenimento, qualche idea originale e un cast di personaggi capaci di tenermi incollata fino all’ultima pagina.
Spoiler: ho finito il libro, sì. Ma il resto della serie può serenamente proseguire senza di me.
Dove funziona
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. L’incipit funziona. C’è ritmo, c’è mistero, c’è una protagonista risvegliata da un sonno criogenico (ciao, Aurora), e un cadetto modello della Flotta Intergalattica (ciao, Tyler) con problemi di overachievement. I dialoghi iniziali sono brillanti, la narrazione è multiprospettica ma ben gestita (almeno, all’inizio), e la costruzione del worldbuilding ha i suoi momenti.
Dove inizia a scricchiolare
Dopo l’effetto “wow” iniziale, però, arriva il fatidico momento in cui ti accorgi che stai leggendo l’ennesimo Breakfast Club nello spazio. Stereotipi in tuta spaziale: il bello e leader, la gemella tosta e sarcastica, l’aliena enigmatica, l’hacker sociopatico, il tank con problemi irrisolti, la sapientona con sarcasmo di default. Più che personaggi tridimensionali, sembrano archetipi che si sforzano di essere “cool”.
E il peggio? Il tono. Perché quando tutto è troppo ironico, troppo forzato, troppo consapevole del proprio stile da “serie Netflix in fase pilota”, la sospensione dell’incredulità evapora.
Dove crolla
La trama si gonfia come un soufflé… e collassa con la stessa fragilità. Troppi filoni aperti, troppi misteri gestiti con la leggerezza di un tweet. Il ritmo narrativo si impantana in battute che si vogliono brillanti e risultano prevedibili, mentre l’arco di Aurora — che avrebbe dovuto essere il cuore emotivo della storia — diventa un pretesto per giustificare twist cosmici e viaggi interstellari con il pilota automatico.
A un certo punto mi sono chiesta: Sto leggendo perché mi interessa sapere come va a finire o perché ho iniziato e ormai voglio chiudere il file? Ecco. Quando la motivazione diventa “ormai ho iniziato”, è il segnale.
Il verdetto editoriale
Aurora Rising è un caso didattico perfetto di buone premesse mal gestite: da studiare se vuoi capire come la costruzione di personaggi e il tono della narrazione possono alzare — o affondare — una storia. Un editing più coraggioso avrebbe potuto limare l’eccesso di voci e rendere il tutto più centrato.
Ironico, scanzonato, forse troppo consapevole del suo target per osare davvero. Il che va bene, eh. Ma io con la serie mi fermo qui. Ho altri universi da esplorare.

Chi sono gli autori

Amie Kaufman è un’autrice australiana specializzata in narrativa young adult a sfondo fantascientifico e fantasy. È conosciuta per la sua abilità nel costruire mondi complessi e team dinamici di personaggi. Tra le sue opere più celebri, oltre ad Aurora Cycle, ci sono le serie Illuminae Files (scritta insieme a Jay Kristoff) e The Starbound Trilogy. Kaufman ha un background accademico in legge, storia e letteratura, e porta nei suoi romanzi una combinazione di analisi strutturale e passione nerd.
Jay Kristoff, anche lui australiano, è noto per il suo stile ironico, dark e spesso sopra le righe. È autore sia per giovani adulti che per un pubblico adulto. Oltre alla collaborazione con Kaufman, ha firmato serie di successo come Nevernight Chronicle e The Empire of the Vampire. Il suo stile si distingue per il linguaggio tagliente, i personaggi fuori dagli schemi e un’irriverenza che non risparmia nemmeno i cliché del genere.
Insieme, Kaufman e Kristoff formano una coppia creativa affiatata e consapevole del proprio pubblico, capace di costruire saghe spettacolari… anche se non sempre del tutto equilibrate.