Spoiler: la verità non sta in vetta, ma fra le righe.
Ogni settimana esce una nuova “classifica dei libri più venduti”. E ogni settimana qualcuno la prende per oro colato, qualcun altro la usa come specchio, e qualcun altro ancora — di solito chi lavora nell’editoria — si gratta la testa e sospira.
Ma cosa dicono davvero le classifiche? E, soprattutto: chi le fa parlare?
Numeri, librerie, e… distribuzione strategica
Le classifiche più note — Nielsen BookScan, GfK, IBS, La Lettura del Corriere, Tuttolibri – La Stampa, ecc. — si basano su dati di vendita raccolti da librerie fisiche e online. Fin qui tutto bene.
Il problema è: da quali librerie?
GfK, ad esempio, raccoglie dati da una selezione di punti vendita (non tutti), e questi dati non sono pubblici né verificabili. Il campione è ampio, ma non trasparente.
Poi c’è la variabile temporale: basta una presentazione con firma copie in 3 librerie Feltrinelli e un push Amazon ben piazzato per far schizzare un titolo in top 10 per… una settimana. Le classifiche settimanali sono istantanee volatili, non fotografie del reale valore editoriale.
CE, push e librerie compiacenti
Un editore con mezzi (e obiettivi precisi) può concentrare le vendite in pochi giorni, magari attraverso una campagna mirata in store con conto vendita aggressivo. Questo genera il cosiddetto effetto spinta: il libro entra in classifica, il pubblico lo nota, e da lì parte il vero marketing.
Ci sono titoli che in classifica non entrano mai, ma vendono in modo costante per mesi. Ci sono autori che vivono di long-seller, ma restano invisibili perché non generano il “picozzone” utile alla comunicazione.
Le classifiche “più sincere”?
- I dati interni delle catene librarie (non pubblici, ma affidabili).
- Le classifiche IBS edizioni cartacee + ebook (più complete, ma sempre sbilanciate sul cliente digitale).
- Le indie charts (quando ben curate: mostrano la vitalità vera dei piccoli editori).
Quindi… le classifiche contano?
Sì. Ma vanno lette come strumenti editoriali, non come termometri letterari.
Un libro in classifica ha ricevuto attenzione, supporto, spinta. Ma non è automaticamente “il più amato”, “il migliore”, o “quello che tutti leggono”.
È, molto spesso, quello che in tanti hanno comprato in breve tempo per mille motivi — uno dei quali, a volte, è la lettura.