Titolo: I Greenwood

Autore: Michael Christie

Genere:  Narrativa contemporanea – Saghe familiari

Casa editrice: Marsilio

Data di pubblicazione: 21/1o/2021

Formato: Cartaceo/E-book

Pagine: 592

Sinossi:

Jacinda “Jake” Greenwood lavora come guida naturalistica e accompagna ricchi turisti appassionati di ecologia a visitare le rigogliose foreste di un’isola della British Columbia, che curiosamente – una coincidenza? – porta il suo nome. Senza radici e senza una famiglia alle spalle, un giorno Jake entra in possesso del diario della nonna, un aiuto inatteso che le permette di ricostruire il suo passato. Come se percorresse la circonferenza di un albero secolare, un cerchio dopo l’altro, è finalmente in grado di attraversare il tempo che è stato, gli anni che si sono accumulati come fa il legno: strato su strato. Leggendo quelle pagine, Jake si rende conto che anche la sua esistenza poggia su strati invisibili, racchiusi nelle vite di quelli che l’hanno preceduta, nella serie di crimini e miracoli, casualità e scelte che ha portato a lei: ogni strato è la conseguenza di un altro, così come ogni successo e ogni disastro vengono conservati per sempre. Ripercorrendo a ritroso il Novecento, scoprirà che quello che unisce tutti i membri della dinastia dei Greenwood sin dal lontano 1908 – quando la stirpe mise radici in seguito allo scontro frontale tra due treni – è proprio il bosco. Con il loro pulsare silenzioso, gli alberi offrono rifugio, ma custodiscono anche delitti, decisioni estreme, rinunce ed errori. Imponente, trascinante e strutturato come gli anelli concentrici di un tronco, “I Greenwood” mette in scena l’intreccio di menzogne, omissioni e mezze verità che segna le origini di ogni famiglia, un groviglio di segreti e tradimenti che ricade su quattro generazioni unite nel destino delle foreste del Canada.

“Uno si compra la terra su cui ha messo radici una creatura del genere, e automaticamente si ritrova autorizzato a distruggerla per sempre. E ancora più strano è che non esiste un potere in grado di fermarlo.”

Si comincia da un mondo distopico (forse, ancora per poco), 2038, l’aria è irrespirabile, piccole oasi sulla Terra lasciano spazio a brevi vacanze in cui poter respirare a pieni polmoni. È il caso di Greenwood islands, atollo che conserva grandi alberi secolari baciati dallo “stesso sole che ha visto nascere la prima macchina da stampa”. Ed è proprio dagli alberi che questa storia nasce, si muove, si trasforma e diventa vita. La vita di una genealogia familiare che non è data dai legami di sangue, ma dalle radici che non sempre appartengono a chi ha seminato per farci nascere.

“Qualunque dendrologo potrebbe spiegare che le radici di una foresta di abeti di Douglas in età matura si estendono per chilometri. Che sono misteriose e si intrecciano tra loro, sono aggrovigliate e contorte, insomma impossibili da mappare. Che spesso si fondono, e perfino comunicano tra loro, spartendosi in segreto sostanze nutrienti e armi chimiche. Perciò la verità è che non esiste una distinzione netta tra un albero e un altro. E che le radici sono tutto tranne che conoscibili.”

La storia inizia con l’immagine di un tronco tagliato, i cerchi concentrici corrispondono alle annate che l’autore ci racconta partendo da Jake nel 2038 fino ad arrivare a Fiona Craig nel 1908 tornando indietro (oppure avanti) al 2038, passando dal 2008, dal 1974 e dal 1934. In ognuna di queste epoche qualcuno dei membri della famiglia Greenwood ha preso decisioni che hanno modificato il cammino della stirpe avvenire. Alcune cose rimangono a legarli, l’amore per gli alberi in ogni forma e le dipendenze.

“Il vecchio adagio dice che la mela non cade mai molto lontano dall’albero. Ma l’esperienza dice a Willow che è più probabile il contrario. La mela è soltanto un mezzo che il seme sfrutta ingegnosamente per avere un passaggio – fino alle pance degli animali o al vento – e allontanarsi il più possibile dai suoi genitori.”

Sono gli alberi i veri protagonisti, sempre al centro della narrazione. L’amore dell’autore per l’argomento è vivido ed emozionante. I protagonisti sono tanti, i più approfonditi e discutibili sono Harris ed Everett, i due fratelli che faranno la differenza; in un modo o nell’altro. Ho amato particolarmente le figure femminili, ognuna a sua modo ha avuto coraggio, ha portato avanti i suoi principi a qualunque, dico qualunque, costo. Jake in particolare, apre la storia avvinghiando il lettore e dicendogli che deve proseguire per ritrovarla e rimanere spiazzati dal suo finale. Spiazzati perchè questo libro è realistico, non c’è una chiusura da fiaba, ma un finale coerente.

La descrizione degli ambienti non è prolissa ma assolutamente tangibile. I personaggi, anche quelli più marginali hanno un carattere ben definito; ogni lettore avrà modo di affezionarsi a qualcuno di diverso. Ma sappiatelo, non ci sono eroi. Consiglio questo libro a chi vuole una boccata di foresta, a chi vuole una storia concreta, semplice ma efficace, una saga familiare controcorrente come il gruppo di lettura con cui ho letto questo testo.

“C’è un proverbio cinese che Willow ha sempre amato: il momento migliore per piantare un albero è sempre vent’anni fa e il secondo momento migliore è sempre adesso. Quel proverbio vale anche per l’ecosistema.”

L’autore

Michael Christie, tra gli scrittori più acclamati del Canada, è stato anche falegname. I Greenwood, un successo internazionale, è stato selezionato per i più prestigiosi premi letterari canadesi, tra cui lo Scotiabank Giller Prize, e diventerà presto una serie tv. Nato nell’Ontario, Christie vive insieme alla sua famiglia sull’isola di Galiano, nella British Columbia, in una casa di legno da lui stesso costruita.