Titolo: L’inconfondibile tristezza della torta al limone

Autore: Aimée Bender

Genere:  Narrativa

Casa editrice: Minimum Fax

Data di pubblicazione: 18/10/2011

Formato: Cartaceo/E-book

Pagine: 274

Sinossi:

Alla vigilia del suo nono compleanno, la timida Rose Edelstein scopre improvvisamente di avere uno strano dono: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l’ha preparato, mentre lo preparava. I dolci della pasticceria dietro casa hanno un retrogusto di rabbia, il cibo della mensa scolastica sa di noia e frustrazione; ma il peggio è che le torte preparate da sua madre, una donna allegra ed energica, acquistano prima un terrificante sapore di angoscia e disperazione, e poi di senso di colpa. Rose si troverà così costretta a confrontarsi con la vita segreta della sua famiglia apparentemente normale, e con il passare degli anni scoprirà che anche il padre e il fratello – e forse, in fondo, ciascuno di noi – hanno doni misteriosi con cui affrontare il mondo. Mescolando il realismo psicologico e la fiaba, la scrittura sensuale di Aimee Bender torna a regalarci una storia appassionante sulle sfide che ogni giorno ci pone il rapporto con le persone che amiamo.

“Ma stamattina ero l’unica in casa, ed era il fine settimana, e la falegnameria era chiusa, e tutta quanta la cucina aveva l’odore di un’America domestica, dei frutteti di Atlanta e dei cespugli dell’Oregon, della tradizione delle torte inglesi, impacchettata con i puritani sul Mayflower”.

Un sogno strano, da cui ti svegli al mattino ma non sei certo ti abbia abbandonato davvero. Ecco cos’è successo leggendo Aimée Bender.

Mi sentivo le lacrime che si raccoglievano di nuovo in gola, ma le allontanai, lontane una dall’altra. Le lacrime costituiscono una minaccia solo quando si trovano in gruppo.”

Una protagonista che ha chiarissima la sua persona, i suoi limiti, e i suoi doni, ma non li usa, non ne abusa, non lo dà a vedere. Tratta gli altri con enorme rispetto, anche quando un po’ la fanno soffrire, lascia sempre il beneficio del dubbio, non si aspetta mai niente. I personaggi sono chiari e sfaccettati, difettosi e perciò credibilissimi.

“George si era alzato in piedi ed era stato talmente bravo, usando un fermacarte e un metro di legno e l’orologio da parete della scuola, che il professore aveva sfilato un biglietto da venti dollari dal portafogli. Vorrei avere l’onore di essere la prima persona a compensarti per la tua lucidità mentale, aveva detto l’insegnante.”

I dialoghi sono realistici, schietti, senza manfrine né fiocchetti inutili. Il linguaggio usato nella narrazione è sempre ironico, leggero, ti trasporta in questo viaggio utopistico tra fiaba e realtà. Forse è per questo stesso motivo che si è scelto di non usare la punteggiatura per i dialoghi, scelta che non condivido ma che non inficia il testo.

Andare da qualcuno a cui vuoi bene, in una brutta situazione, è uno dei grandi barometri della gratitudine.

Vorremmo tutti un’amica come Rose, qualcuno che riesca a dirci come ci sentiamo anche quando siamo i primi a non saperlo. Io ho una mia Rose, spero l’abbiate anche voi. Altrimenti, leggete questo libro, regalatevi un sogno ad occhi aperti.

L’autrice

Aimée Bender, californiana, è nata nel 1969. Suo padre è uno psichiatra, sua madre una ballerina e coreografa. «Due professioni», ha osservato in un’intervista, «che hanno profondamente a che fare con l’inconscio, anche se la prima ha una forma di espressione verbale, l’altra completamente non verbale»: entrambe a loro modo influenzeranno la sua scrittura. È autrice di due romanzi, L’inconfondibile tristezza della torta al limone e Un segno invisibile e mio, e due raccolte di racconti, La ragazza con la gonna in fiamme e Creature ostinate. Tutte le sue opere sono pubblicate in Italia da minimum fax. I suoi libri sono stati tradotti in più di dieci lingue.
Fra i suoi padri letterari Aimee Bender indica Calvino e García Márquez, accanto a maestri della fiaba come Hans Christian Andersen e i fratelli Grimm e a moderni classici americani come J.D. Salinger e Donald Barthelme; ma nomina anche la musica di PJ Harvey e Jane Siberry, i fumetti di Lynda Barry, i balletti di Pina Bausch e il cinema di Jane Campion. Al momento Aimee Bender vive a Los Angeles, dove insegna scrittura creativa alla South California University.