Titolo: Il treno di cristallo 
Autore: Nicola Lecca  
Genere: Narrativa contemporanea  
Casa editrice: Mondadori  
Data di Pubblicazione:21/01/2020  
Formato: cartaceo, ebook  
Pagine: 249  

Sinossi:

A Broadstairs, incantevole villaggio della costa inglese, Aaron lavora come apprendista nella storica gelateria Morelli e vive in simbiosi con Anja: una madre depressa e protettiva che gli tiene nascosta l’identità del padre e nulla racconta di Zagabria, la città dalla quale sono fuggiti quando lui era piccolo. Fortuna che Gennarino, il suo migliore amico, è un vulcano di allegria e colora di ottimismo il grigiore trasmesso dalla malinconia di Anja. Dal canto suo, Aaron ha imparato a essere felice con poco. Gli bastano il sapore del gelato al mandarino, le passeggiate solitarie lungo le scogliere a strapiombo sul mare e le conversazioni con Crystal, la ragazza che ama. Si sono conosciuti online e la loro relazione va avanti da più di un anno: ma è soltanto virtuale. Ogni volta che lui cerca di organizzare un incontro, lei trova mille scuse per rimandare. Eppure Aaron preferisce la sua presenza incompleta al dolore della solitudine. Finché un evento inatteso sconvolge tutto. Dalla Croazia arriva la lettera di un notaio che annuncia ad Aaron la morte di quel padre che gli è sempre stato tenuto nascosto, e lo invita a raggiungere Zagabria per l’apertura del testamento. In treno, grazie a un biglietto di Interrail. Sprovveduto e impreparato alla vita, Aaron affronterà con coraggio la sua piccola Odissea alla ricerca della verità.  Dall’Inghilterra a Zagabria passando per Amburgo, Praga, Lubiana, Bratislava e Szentgotthárd si incontrerà finalmente col mondo: che lo metterà alla prova, fra rischi e tentazioni, offrendo in cambio incontri inattesi e immensa bellezza. L’ingenuità del protagonista, ricco soltanto dei suoi desideri, dà vita a pagine che ci offrono la disarmante purezza di uno sguardo nudo: capace di illuminare la complessità del mondo, evidenziando i paradossi delle relazioni online e le ipocrisie delle tante trappole tese per trarre profitto dalle nostre solitudini.

“Perché tutto scorre, più o meno serenamente, fino a quando il fiume incontra un dislivello e d’improvviso si formano le cascate.”

Al termine de Il treno di cristalloNicola Lecca si definisce un artigiano della parola e, raccontandoci di come ha scritto questo romanzo in sei anni attraversando l’Europa, lancia una provocazione dicendo….

“Tutto questo è stato fatto con altruismo e desiderio di condivisione: eppure mi domando se, in tempi rovinati dalla rapidità e dall’impazienza, valga ancora la pena lavorare con tanta cura.”

E allora vi raccontiamo perché questa cura l’abbiamo apprezzata tantissimo! 

Aaron Ancic, appena diciottenne vive a Broadstairs lungo le coste dell’Inghilterra del sud, famosa meta d’ispirazione per Charles Dickens, insieme a sua madre Anja

Arrivati qui da Zagabria quando Aaron era ancora in fasce, vivono una vita di stenti tra la depressione ed il lavoro al supermercato di Anja e quello di Aaron commesso nella famosa gelateria Morelli

È proprio in gelateria che il protagonista trova le sue uniche note di colore insieme all’amico Gennarino, fantastico amico napoletano che dispensa conoscenza ed esperienza ad Aaron in ogni occasione. 

Il ragazzo vive la sua vita in questa bolla di tristezza e limiti imposti dalla madre ansiosa senza mai dar segno di volersi divincolare, assistendola come riesce, lavorando le ore che può e cercando di sfuggire dalla solitudine grazie a Crystal, con cui instaura una relazione a distanza prettamente virtuale e che comincia a stargli stretta. 

Finché non riceve la lettera di un notaio in cui gli viene annunciata la morte del padre, che credeva già morto, e in cui gli viene notificato un viaggio con tutta una serie di prerogative a cui non si può sottrarre se vuole conoscere la verità che lo aspetta a Zagabria.

Comincia così il viaggio CON l’autore, è proprio il caso di dirlo. 

Perché Nicola Lecca ci racconta ogni meraviglioso dettaglio delle città che vengono attraversate, così da poterle vedere davanti ai nostri occhi; così da sentirne l’odore e vederne i colori. Con una penna abile e di gran classe, ci racconta la storia di Aaron e il narratore vive i nostri turbamenti, gli avvenimenti, gli incontri, tutte le sfortune e le gioie che vengono vissute dal protagonista.

Esperienze gestite con un incredibile senso dell’onore e del rispetto, compiendo scelte ragionevoli e consapevoli che noi lettori, e forse Aaron per primo, non si aspettava da sé stesso. Mettendo sempre al primo posto la sua integrità a costo della fame e solo alla fine capiamo da chi ha imparato questa caparbietà, questa rettitudine nel non accettare compromessi se riguardano il suo io più profondo.

Un cammino verso le proprie origini e verso la scoperta di sé stesso passando da “Una vita addomesticata: imposta. Mai scelta.” a “Non ci saranno più il dubbio e l’incertezza a regnare nella sua vita. Ma la convinzione che la conoscenza è la chiave per un’esistenza più giusta e significativa.”

Sono tanti i temi scottanti affrontati in questo libro, dalla depressione agli abusi, alle relazioni virtuali, al pregiudizio interculturale; le mancanze genitoriali, i molti vizi capitali che ci scorrono davanti come in una pellicola impazzita. Il tutto avviene con estrema delicatezza, quasi come a voler piantare un semino di verità nella nostra testa di cui scopriremo l’entità solo dopo aver finito il libro o ancora dopo… quando ci fermeremo a riflettere. 

Sì, fermarsi a riflettere, penso sia proprio questo lo scopo dell’autore come vi anticipavo all’inizio.

Tutti voi che sceglierete di leggere questo libro al termine vorrete aver visitato Amburgo, Praga e Lubiana, incontrato la suora sul treno di Bratislava e aver bevuto il latte a Szentgotthárd, mangiato il gelato cioccolato e stracciatella a Zagabria ed incontrato Borna Barcic; perchè una volta catturate le emozioni nascoste nelle pagine di questo libro, non potremo più ignorarle.

Alla fine non è la destinazione ma il viaggio che conta…. e che dopo non saremo più gli stessi!

L’autore

Nicola Lecca (Cagliari, 1976) è uno scrittore nomade che ha abitato a lungo a Reykjavik, Visby, Barcellona, Venezia, Londra, Vienna e Innsbruck. La sua raccolta di racconti Concerti senza Orchestra (Marsilio 1999) è stata finalista del premio Strega. All’età di ventisette anni ha ricevuto il premio Hemingway per la letteratura. Ha scritto, fra gli altri: Ritratto Notturno (Marsilio 2000), Ho visto Tutto (Marsilio 2003) Hotel Borg (Mondadori 2006), Ghiacciofuoco (Marsilio 2007 scritto con Laura Pariani) e Il corpo odiato (Mondadori 2009). I suoi saggi filosofici L’amore perduto per l’attesa e Di quasi tutto non ci accorgiamo sono stati pubblicati in olandese dal Nexus Instituut di Tilburg. Le sue opere sono presenti in quindici Paesi europei.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *