Titolo: La corona di mezzanotte – Il trono di ghiaccio/vetro vol.2
Autore: Sarah J. Maas
Genere: Fantasy Romance
Casa editrice: Mondadori
Data di pubblicazione: 09/11/2021
Formato: Cartaceo/E-book
Pagine: 434
Trama:
Celaena è sopravvissuta ai lavori forzati nelle miniere di Endovier e ha vinto la gara all’ultimo sangue per diventare la paladina del re. Da mesi il suo compito è uccidere per conto della corona, ma lei non ha mai rispettato il giuramento di fedeltà al trono: ha concesso alle vittime la possibilità di fuggire e ne ha inscenato la morte. Presto però Celaena dovrà preoccuparsi di qualcosa di più pericoloso dell’ira del sovrano. Nei sotterranei del castello cova una minaccia oscura e devastante, forse legata agli antichi riti magici banditi dal regno…
Recensione tecnica de La corona di mezzanotte
Quando il fantasy YA smette di essere young e diventa tragicamente adulto
La corona di mezzanotte non è solo un sequel: è un riposizionamento narrativo.
Se Il trono di ghiaccio era introduttivo, quasi contenuto, questo secondo volume espande orizzonti, scava nei personaggi e abbandona qualsiasi pretesa di leggerezza.
Qui Sarah J. Maas afferma chiaramente tre cose:
- Celaena non è l’eroina che pensavamo.
- Il re non è solo un tiranno, è una macchina narrativa spietata.
- Il fantasy YA può diventare epico senza perdere accessibilità.
Struttura narrativa
La struttura di La corona di mezzanotte è a specchio: parte in continuità con il primo volume (assassinii, giochi politici, tensione amorosa), ma a metà rompe tutto e riparte da un punto dal quale non si può tornare indietro.
Il romanzo si divide in:
- Falsa stabilità: Celaena come campionessa del re, incarichi ambigui, triangoli relazionali in sospeso.
- Crollo e svolta: l’evento centrale (niente spoiler) cambia il tono del libro.
- Rivelazione e ricomposizione: la verità su Celaena, sulla magia, e sul mondo finalmente esplode.
La Maas gestisce bene la costruzione della suspense, rallenta dove serve e lascia che l’emotività prenda spazio. È un libro che prepara, frattura e riforma.
Evoluzione dei personaggi
Celaena in questo volume si confronta per la prima volta con sé stessa. Non è più un’adolescente brillante, è una macchina di vendetta e trauma. Il suo arco emotivo è scritto con coerenza, e — dettaglio tecnico notevole — Maas non la protegge. Le fa prendere decisioni sbagliate, la fa diventare sgradevole. E questo è segno di buon controllo narrativo.
Chaol guadagna spessore (e ambiguità). Dorian, invece, inizia il suo personale risveglio magico. Tutti i personaggi si muovono, cambiano, sbagliano. Non ci sono pedine statiche.
Nota tecnica: le sottotrame magiche, prima solo accennate, diventano centrali. Il sistema magico viene introdotto per gradi, con coerenza interna e spessore storico.
Stile e tono
Il tono si fa più cupo, più maturo, più intriso di perdita. La Maas affina la prosa: meno indulgente, più tagliente. Le scene d’azione sono fluide, i momenti emotivi ben costruiti. Il ritmo è altalenante in senso buono: alterna compressione e distensione con consapevolezza seriale.
Il fantasy qui non è più solo ambientazione, ma motore tematico e politico. I riferimenti alla magia, alla storia sepolta, alle razze antiche sono usati per preparare la serialità a lungo termine.
Il verdetto
Mi è piaciuto? Sì, molto.
È un secondo volume di consolidamento? No: è una vera e propria mutazione narrativa.
È il punto in cui la saga comincia a diventare qualcosa di grande? Senza alcun dubbio.
La corona di mezzanotte è un esempio perfetto di “secondo libro che cambia le regole”: stratificato, emotivamente rischioso, narrativamente determinato.