Titolo: Fiorire d’inverno

Genere: Autobiografico

Casa editrice: Mondadori

Formato: Cartaceo/E-book

Pagine: 142

Sinossi:

«Ho sempre creduto che la vita fosse disporre sul tavolo, nel miglior modo possibile, le carte che ti sei trovato in mano. Invece all’improvviso ne arriva una che spariglia tutte le altre, e la vita è proprio come ti giochi quell’ultima carta. Per ciascuno di noi l’esistenza è costellata di eventi che in prima battuta sono sembrati inaffrontabili, e invece poi hanno portato a una rinascita, a un nuovo equilibrio. Penso che ci sia un ordine più saggio che governa il mondo e di cui spesso ignoriamo il senso, la prospettiva. Per questo ho una grande fiducia, mi alzo sempre col sorriso. Certo che preferisco il sole, ma quando ci sei in mezzo scopri che anche la neve ha la sua bellezza. La malattia, l’avere bisogno di aiuto, mi hanno costretto a riprendere contatto con la mia parte più tenera e indifesa, quella più umana. Era come se mi fossi dimenticata che la fragilità non è una debolezza, ma è la condizione dell’essere umano ed è proprio lei che ci protegge, perché ci fa ascoltare quello che proviamo, quello che siamo, nel corpo e nel cuore.» (Nadia)

Quando ero piccola, passavamo il Natale in malga, dalla nonna. Capitava che i prati fossero tutti bianchi, immersi nel silenzio. Mi piaceva camminarci da sola e qualche volta, quando ero fortunata, mi imbattevo in una famiglia di bucaneve. Ogni volta mi meravigliavo di vederli lì, dritti, in grado di resistere al brutto tempo, alla poca luce, alle gelate più rigide. I loro boccioli, in apparenza fragili e piegati verso il basso, erano capaci di compiere un miracolo, fiorire in inverno.

Nadia Toffa è nata ninja, combattente, una persona che affrontava tutto di petto, per cui non c’era niente di impossibile, niente di inarrivabile, niente di scoraggiante, non voleva mai cedere alla tristezza ed alle lacrime, voleva solo poter contare su sé stessa e degli altri faceva fatica a fidarsi. Questo è quello che ci racconta all’inizio di questo libro. Quando l’allenatore di ginnastica l’aveva incoraggiata a saltare sulla trave promettendole che l’avrebbe sostenuta e poi non l’ha fatto, Nadia è caduta ed ha pianto, ha pianto perché l’allenatore aveva tradito la sua fiducia ma senza raccontarlo alla mamma lei era tornata a casa infaticabilmente col sorriso. L’altra faccia della medaglia è la sua dolcezza che mette radici nella sua compassione, nella sua empatia, e la conosciamo tutti alle prese con i servizi per Le Iene, in cui come un vero ninja si veste di determinazione e di coraggio rappresentando tante vittime di violenza e soprusi. Questa sensazione così concreta di essere invincibile, di essere incapace di soffrire viene messa alla prova dall’arrivo della malattia, che la mette davanti alla sua parte più tenera e indifesa e che la pone davanti alla nuova consapevolezza che essere fragili non è una debolezza, ma è un punto di svolta per apprezzare il mondo con nuovi occhi.

Una donna sveglia, tenace ed intraprendente, questa era l’immagine che si aveva di Nadia Toffa durante i suoi servizi a Le Iene. Preparata ad ogni imprevisto, che non mollava mai perché ciò che conta è la verità. Fiorire d’inverno, La mia storia pagina dopo pagina restituisce proprio questo suo carattere. Non c’è rabbia, commiserazione o autocompiacimento, c’è paura e di certo incredulità ma anche la determinazione che la caratterizza e che la porta alla scoperta che aver bisogno dell’altro è una benedizione. Nadia ci racconta in maniera semplice e diretta, come ha trasformato la sfiga di avere il cancro in un dono, definizione che le ha scatenato contro una miriade di polemiche sterili, quando è palese anche dal libro che voleva semplicemente sottolineare come si può vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e che l’autocommiserazione non è mai una soluzione, il cambiamento lo è.

Consiglio questo libro breve e difficile da leggere (col senno di poi…) a tutti, perché tutti hanno bisogno di scoprire il valore dei colori che non sono subito palesi alla vista. Tutti dobbiamo ricordare com’è breve la vita, e che solo noi possiamo renderla degna di essere vissuta. Penso che quando qualcuno riesce a lasciare migliaia di persone a ricordarla come esempio di coraggio, una fondazione che si prodiga in suo nome, i libri a testimonianza di una vita così breve ed intensa, di certo ha vissuto al meglio la sua. Quanti di noi potrebbero dire lo stesso se ci succedesse qualcosa domani?

L’autrice

Nadia Toffa nata a Brescia il 10 giugno 1979, è morta il 13 agosto 2019. Era una conduttrice televisiva italiana, nota soprattutto come volto del programma di Italia 1 Le Iene. Protagonista di una lunga lotta contro un tumore, era diventata anche un popolarissimo personaggio social, con oltre un milione di follower su Instagram. Nel 2018 aveva pubblicato con Mondadori il libro “Fiorire d’inverno – La mia storia” in cui raccontava la battaglia contro il cancro. Ha fatto molto discutere quando su Twitter scrisse: «In questo libro vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità». Parole che in seguito spiegò più approfonditamente, definendo il cancro una bestemmia.